venerdì 30 aprile 2010

Guardando il mare

Ogni mattina prendo lo Scafati che mi porta dritto a Monte S. Angelo. E ogni mattina guardando fuori dal finestrino in un certo tratto di tangenziale vedo il mare, vedo Napoli. Stamattina era particolarmente bella ed io ero così rilassata che ad un certo punto ho immaginato di stare in mezzo al mare. Quiete, pace.

Cosa vedrò tra 6 mesi, guardando fuori il finestrino dell'autobus che mi porterà all'Università? Ma prenderò un autobus? O camminerò a piedi perchè vi abiterò vicino?
E se invece alla fine continuerò a guardare fuori dal finestrino di uno Scafati?

In questi 3 anni sono cambiata tanto, in meglio. Ho imparato a guardare oltre, ho imparato a mettermi in gioco, ho imparato a espormi, a esprimere con decisione le mie idee. E poi ho scoperto che le persone meravigliose esistono davvero.
C'è ancora tanto che devo imparare, lo so. Però non posso dire di non essere contenta.

Non li cambierei, questi 3 anni. Li lascerei così come sono. Belli, pieni di sole, talvolta di grigiori, di amore, di tristezza, di conoscenza, anche di non conoscenza.

Soprattutto il mare, lì, fuori dal finestrino.

martedì 27 aprile 2010

Hating salad

A me l'insalata non piace per niente. Davvero. Però so che fa bene e quindi la mangio.

Forse quello che vogliamo cambiare non piacerà per niente ad alcune persone. Ma nel momento in cui ciò che si vuol cambiare corrisponde a ciò che, in realtà, ci sarebbe dovuto di diritto, allora non ci sarebbe da lamentarsi. E' vero che fino ad ora le cose sono andate in un certo modo, ma se devono continuare ad andare in questo certo modo allora vuol dire che non ci frega niente di quello che vogliamo diventare e che quel pezzo di carta che ci stiamo prendendo è davvero solo un pezzo di carta.

Io non lo voglio un pezzo di carta, per me si può buttare. Io voglio una laurea.

domenica 25 aprile 2010

Triestemente?

Scrivere, in fondo, significa rendere "reali" i propri pensieri, i propri crucci. A volte anche i problemi diventano reali, scrivendone. Allora conviene? Se si sente il bisogno, si. Ciò che scrivo non è per nulla oggettivo, è ciò che sento nel mentre che scrivo. Magari il giorno dopo sento la cosa opposta. Non si tratta di incoerenza, ma di sensazioni, di emozioni provate in un certo attimo, in cui le dita scivolano leste sulla tastiera. A volte scrivo un intervento, lo rileggo daccapo e lo cancello da cima a fondo. Il tempo di uscire dalla mia mente e mi sembra già banale. Capita.
Questo non vuol dire cambiare idea radicalmente: vuol dire che magari non era scritto bene. Perchè non è sempre facile esprimere quello che si ha dentro, soprattutto poi, una volta finito, pensando che gli altri forse lo leggeranno. Troppo spesso abbiamo paura del giudizio degli altri.

Trieste. Ci penso spesso, ormai. Lo scrivo, ecco che è diventato reale. Non è un problema. Non è un cruccio. E' una città? E pensare che tutto era partito da Milano. Incredibile. E pensare che tutto era partito da una persona. Amazing!
Sono contenta? Non lo so. Forse sarebbe stato meglio non scrivere, non rendere vere certe cose, a volte lo penso. Ma non lo credo davvero. C'è una gran differenza tra pensare e credere. Almeno per me.

Ho riletto ciò che ho scritto, che gran confusione! Non c'è nulla di concreto. Tranne la matematica.

Non ho trovato risposte, chissà se mai ne troverò. Dovrei forse arrendermi?

sabato 24 aprile 2010

Perlina

Quando dico che nella vita bisogna rischiare non vuol dire che bisogna buttarsi a capo fitto nelle cose senza fare prima valutazioni ponderate. Per come sono fatta io, poi, direi proprio una sciocchezza. Infatti, chi mi conosce sa che sono una persona che si crea in media 1000000 di problemi prima di prendere una decisione, e le decisioni mi fanno anche paura. Ma non per questo io decido a priori che non posso e non devo fare qualcosa.
Se mi viene voglia di fare qualcosa, nella maggior parte dei casi la faccio, dopo aver pensato (troppo probabilmente), valutato tutto (o quasi) fino a che non esplodo in un ennesimo esaurimento, fino a che il mio cervello si rifiuta di pensare ancora sullo stesso argomento, fino a che le persono con cui ne parlo mi dicono:"Simona, allora fai così, datti un termine per pensare, una scadenza".
Quando mi viene detto questo, infatti, capisco che è quasi davvero troppo.
Il giorno in cui, però, dirò: "vorrei ma non posso, non devo", datemi uno schiaffo.
Io sono un'idealista (purtroppo), sono anche una realista (purtroppo). Il problema è che essere tutte e due insieme è davvero un mix letale, perchè a volte si crea un equilibrio così perfetto che non riesco a smuovere le decisioni. E per uscire dallo stallo devo fare un grosso sforzo.

Non si pensi che io non ho paura di niente. Anzi, ho paura quasi di tutto. Se pensassi di scrivere un elenco di ciò che mi fa paura credo che non ne uscirei più.

La conclusione è questa: bisogna sempre tentare nella vita, perchè è sempre meglio sbagliare e rimediare ai propri errori piuttosto che vivere con rimpianti di cose mai fatte. Io ne ho fatti tanti di errori e chissà quanti altri ne commetterò, anche magari su scelte importanti. Ma sono consapevole che le scelte che farò non saranno mai scelte prese alla leggera, superficialmente. Nessuno saprà mai tutto quello che ci sta dietro, tranne una sola persona, a cui sempre tutto confiderò.
Forse quello di cui ognuno di noi ha bisogno è una persona, un'unica persona a cui consegnare le chiavi del proprio cuore.

Lina, ti auguro di trovare la tua persona.

giovedì 22 aprile 2010

Gratis

Adesso ho la Lonely Planet (in inglese) di ben 4 città europee sul mio Ipod Touch. Stoccolma e Copenaghen (o Copenhagen, come preferite), mete estive; Roma, città da me spesso "visitata"; Londra, in cui spero di tornare a breve.

Sono così soddisfatta che sentivo il bisogno di scriverlo. La tecnologia è sorprendente. E per di più sono talmente entusiasta del mio Ipod che penso che il mio regalo di laurea sarà un bel Mac!

Viva la Mela (anche quella grande, si dovesse mica offendere...) !

domenica 18 aprile 2010

See you soon

La pioggia cade fredda, a goccioloni. Sembrano grosse lacrime. Il cielo piange, è tristemente grigio, disperato quasi.
Intanto le porte si chiudono con un singulto improvviso e le mani fendono l'aria nell'ultimo saluto, accompagnando con un sorriso tenue la partenza.

A cui seguirà un ritorno.

Ma prima ancora un'altra partenza. Partenza in cui, però, non ci saranno goccioloni, grigiori o tristezze, ma soltanto raggi di sole e sorrisi veri.

Intanto, si lavora per il meglio.

giovedì 15 aprile 2010

Sono come S. Tommaso

Ma che sto diventando? Una (sotto)specie di "attivista-idealista"?

domenica 11 aprile 2010

Ogni ombra svanisce

E' così bello quando con un solo sguardo è possibile trasmettere all'altro uno stato d'animo, un pensiero. Si raggiunge una sintonia (sinfonia) perfetta in questi momenti.

giovedì 8 aprile 2010

Verso altri orizzonti

Ho trovato un quadrifoglio in mezzo ad un prato di trifogli. Ho cercato ardentemente ma mai con foga. E finalmente l'ho trovato. Ma al momento di coglierlo ho esitato: e se fosse l'unico quadrifoglio esistente in questo prato? Poi mi sono decisa e l'ho colto. D'altronde un quadrifoglio è uno "scherzo" della natura, se la natura volesse ne genererebbe un altro e un altro ancora.. Allora perchè ci sono così pochi quadrifogli? Perchè così si può apprezzare meglio la loro rarità. Tant'è che ci si sente davvero fortunati a trovarne uno. Io ho deciso e l'ho colto. E forse non ne troverò mai più degli altri, o forse si..
Però conserverò per sempre il mio quadrifoglio, tra le pagine della mia mente, perchè chissà se sarò ancora così fortunata a trovarne uno.
La vera fortuna è avere il coraggio di voltare pagina, finalmente ci sono riuscita, sono uscita dal pantano in cui questo bel quadrifoglio, inconsapevolmente, mi aveva gettato e anche se un pò infangata ho ripreso il mio percorso, contorto, e la ricerca di altri quadrifogli continua, insaziabilmente.
Fino al prossimo campo di trifogli.

martedì 6 aprile 2010

Stoccolma e Copenhagen

Mi chiedo: perchè tanto "amore" per il Grande Nord? Ve lo racconterò tra qualche mese...