domenica 26 dicembre 2010

Lupus in Fabula

Calore casalingo;
risate amichevoli;
vino bianco dolce;
vino rosso rubino;
scarole fritte imbottite;
cassata siciliana;
cannelloni;
pacchetti rossi e blu;
cioccolata;
nocciole e mandorle;
amici;
mamma e papà;
cuginetti;
carte e tombola.
Questa è casa!

domenica 12 dicembre 2010

Peckiamo

Le luci natalizie dorate;
un negozio di Tiffany fatto di scatole turchesi in piazza Duomo;
le nuove illuminazioni delle vetrate del Duomo;
il museo dell'arte del Novecento;
la giacca a quadroni della Rinascente;
il rosso della Feltrinelli;
i vini e le delizie di Peck;
le spezie del ristorante indiano;
la passeggiata fino a casa tua;
la notte.

martedì 30 novembre 2010

Home sweet home

E' incredibile! Penso in continuazione che tra meno di 48 ore sarò a casa mia. Sicuramente proverò disagio a tornare nella mia città, perché, parliamoci chiaro, vivere a Milano è tutt'altra cosa. Ma è proprio l'idea di casa che mi tiene la mente inchiodata. E' un punto fisso; è un punto di equilibrio stabile; le orbite scappano tutte verso casa (ok, scusate, sto degenerando).
Che bello, che bello, che bello!

venerdì 26 novembre 2010

Prima neve

In un pigiama troppo grande e con gli occhi ancora impiastricciati dal sonno osservo la prima nevicata dalla finestra, i tetti completamente bianchi e le macchine parcheggiate con uno strato candido. Che spettacolo!
**
Il sole dopo la nevicata di stamattina. Pallido sole pomeridiano, che illumina il cortile e sfiora la mia pelle. Milano oggi ha dato il meglio di sé da quando sono qui.

venerdì 19 novembre 2010

Merry C.!

L'aria gelida, i tappeti dorati di foglie, il tepore del piumone, i tetti spioventi che vedo fuori dalla mia finestra.. Insomma, si percepisce perfettamente l'aria natalizia. Per non parlare poi dei negozi, già frementi di persone che acquistano regali, i tipici pacchetti rossi, gli sfarzosi addobbi natalizi.

Sapete che qui il rito cattolico è diverso da tutto il resto d'Italia? Si chiama "rito ambrosiano" e l'Avvento praticamente inizia con due settimane di anticipo. Per questo qui è gia Natale.

Milano è splendida. Mi manca casa, ma qui ogni angolo riserva un'infinità di sorprese. Questo aiuta molto. Sarà una città un pò grigia, ma non è assolutamente vero che non si vede mai il sole d'inverno. Sarà che siamo ancora in autunno.. Ma le temperature così basse mi fanno pensare al "mio" inverno, anzi, al "nostro" inverno.

***

Rifletto su una cosa: non tornerò mai più a vivere a TdG. Mai più. Questo ormai è un dato di fatto, un'ovvietà quasi banale. Di certo non me ne dispiace, anzi. Mi fa sognare nuovi orizzonti, nuove città che non sono Milano, paesi che non sono l'Italia. Se proprio dovessi rimanere in Italia sceglierei Trieste che tanto Italia non è (almeno non sembra). Comunque è stupendo pensare di prendere il volo. Andare lontano, viaggiare, cambiare ancora la current city, fare esperienza, conoscere gente nuova, nuove tradizioni, arricchendosi dentro e aprendo sempre di più la propria mente. Questo vuol dire andarsene. Vuol dire migliorare. Certo, bisogna rinunciare a molto, a molte persone. Il fatto è che, forse, ci vuole coraggio.

sabato 30 ottobre 2010

Discorso mancato

"Io per te ci sarò sempre."

Io per voi ci sarò sempre. Voi fate e farete sempre parte della mia vita. Non sono brava a fare discorsi in pubblico, poi ieri l'ultima cosa che avrei voluto fare sarebbe stata quella di commuovermi davanti a tutti. E ammetto che c'è stato un momento in cui stava per uscire qualche lacrima. Ma penso che non ha senso essere triste. E poi, triste per che cosa? Per aver trascorso una serata bellissima insieme a degli amici come voi? Triste per dovervi salutare? E perchè dovrei salutarvi? Mica è un addio! E' un arrivederci. Il 2 dicembre sarò qui e rimarrò qui fino all'8 pomeriggio. E sono sicura che ci vedremo in quei giorni! Grazie per tutto l'affetto che mi avete dimostrato. E comunque è vero che è grazie alla matematica che ci siamo conosciuti, lasciatemelo ripetere, che mi sembra una immagine molto poetica. Matematicamente parlando. Alla prossima!

mercoledì 27 ottobre 2010

Dedica

Una cosa che non ho fatto è scrivere una dedica all'interno della mia tesi. Spero di sopperire a questa mancanza, in qualche modo.

Sono davvero emozionata, perché con la discussione di domani si chiude un ciclo di tre anni, forse i tre anni più entusiasmanti e ricchi di novità della mia vita.

Anni ricchi di nuove amicizie, ricchi di sorrisi e di studio matto e disperatissimo, di esami preparati in compagnia di Annabella, Annalisa, Ciro, Imma, Luigi e Gianpaolo, di mostre d'arte moderna e di fotografia nonché di città e luoghi bellissimi visitati insieme a Davide, di film e di libri suggeriti da mio padre, di consigli dati da mia madre, di mugugni di mio fratello, di viaggi sullo Scafati Monte S. Angelo, di commenti sulle puntate di G.G. con Chiara e Vanna, di corsi seguiti insieme a tutti i miei cari amici dell'Università, di dritte di Vittorio, di partite a carte vinte e perse, di uscite e di divertimento, ma anche di impegno e sacrifici.

Grazie a tutti coloro che hanno colorato le mie giornate, che hanno saputo farmi sorridere e che mi hanno accompagnato lungo questo sentiero tortuoso che è la vita. Sappiate che la cosa più difficile per me è stata separarmi da voi, genitori e amici.
Forse, però, la parola "separare" è troppo grande, perché io sto continuando a camminare come se ci foste voi qui, al mio fianco, giorno dopo giorno.

lunedì 25 ottobre 2010

Caccioppolini, mi mancate!

Domani sono due settimane che sono qui in veste ufficiale.

A mancare è la quotidianità. Le cose semplici. Svegliarmi e osservare mio padre in cucina che mette la macchinetta del caffé sul fuoco; trovare le magliette stirate sul letto; trovare sulla scrivania un bigliettino scritto da mia madre che mi dice che ha chiamato Tizio; mia madre che mi chiede cosa voglio mangiare domani; mia madre che mi risponde spazientita; mio fratello che a volte non mi risponde proprio; organizzare l'uscita del sabato da sera con i miei amici; prendere il pullman Scafati Monte S. Angelo ogni mattina; giocare a carte/studiare al Dipartimento (quello che sento mio); vedere le facce dei miei amici all'università; seguire i corsi in quelle aule troppo calde d'estate e troppo fredde d'inverno. Sento nostalgia di tutto, di tutti.

Milano è bella, ma non è casa mia e il Dipartimento di Matematica qui non è il mio Dipartimento. Spero lo diventerà, ma non potrà mai prendere il posto del "Renato Caccioppoli".

Caccioppolini, mi mancate!

lunedì 11 ottobre 2010

I'll find myself

Domani parto. Parto per cominciare una nuova vita. Prima o poi doveva succedere. Due anni, e poi cosa succederà dopo? Cosa vuol dire dopo? Dopo cosa?

Il Futuro può attendere è il mio blog, ma questo futuro sembra avanzare sempre di più. Il futuro sembra commisto a presente; presente che scappa, fugge, preceduto dal passato. Ormai non riesco più a trattenerlo questo presente, scivola via viscido.

Il futuro mi sovrasta con la sua aria un pò minacciosa. Ma io sono pronta ad affrontarlo. Con te.

giovedì 7 ottobre 2010

Wait!

Leggerezza.
Sole.
Caldo.
Mezze maniche.
Giallo.
Orchidee.
Basilico.
Fogli bianchi a quadretti.
Lavanda.
Biglietti aerei.
Fototessere stropicciate.
Penne colorate.
Orari delle lezioni.
Tesi consegnata.
Vita nuova che freme, nell'attesa...

lunedì 4 ottobre 2010

Mille bolle blu

Percorro le strade della città in cui vivo da più di 21 anni stranita. Mi sembra di osservare le macchine che passano, i negozi, le persone come da una bolla di sapone. I rumori sono indistinti, ovattati. Che sensazione è questa? Non l'ho mai provata. Mi sembra tutto finto, ero a Milano fino a ieri. Invece questa è la mia città. Sto già perdendo il senso di appartenenza, ecco.

venerdì 1 ottobre 2010

Odi et amo

A volte la rabbia mi ottunde la mente. A volte vorrei spaccare tutto. A volte odio profondamente. A volte sono implacabile. A volte ad un'arrabbiatura seguono altre arrabbiature. In questo momento ti odio perchè fingi di dormire e non mi rispondi.

domenica 19 settembre 2010

Believe in me

All'inizio avevo davvero paura. Poi una volta preso il coraggio di lanciarsi nel vortice ci si rende conto che, in realtà, non era un lancio nel vuoto e nemmeno un vortice, ma una scelta. Le scelte sono davvero temute, ma non sono cattive e ora che ho fatto la mia mi sento meglio. Non sollevata perchè ci sono tante cose da affrontare, ma la più temuta l'ho sconfitta. Ho scelto, ho sconfitto la me stessa che aveva paura di scegliere e questo è un successo.

Quante cose sono cambiate in questi tre anni? Quante scelte ho fatto? Quante ne dovrò fare? Quello che so è che dopo ogni scelta divento sempre più forte, sempre più me. Ci sto prendendo gusto. Scelte, fatevi avanti che non ho più paura di voi!

sabato 18 settembre 2010

Gioia inattesa

Sono felice perchè far valere le proprie idee è servito a qualcosa.
Sono felice perchè non penserò più a quel tempo speso inutilmente.
Sono felice perchè vuol dire che le cose possono essere cambiate.
Sono felice perchè una trentina di persone insieme possono tutto.
Sono felice perchè abbiamo lavorato insieme credendoci.

domenica 12 settembre 2010

"Or discendiam qua giù nel cieco mondo"

Fremente nel mio limbo: cosa succederà di qui a due giorni? <...>.
Devo smetterla con pensieri negativi.
Desidero solo che la mia mente sia lucida e scattante al momento giusto, di non essere troppo rigida con me stessa poi, di non piangere troppo più tardi, di essere felice e appaciata dopo essermi sfogata.
In fondo cos'è? Non cadrò in un baratro buoi e profondo, ma il mio futuro dipende da questo. Perciò sono ansiosa.
Sono anche triste. Vorrei portare con me la mia casa e la mia famiglia, ecco, l'ho detto.

martedì 7 settembre 2010

La magia esiste

Una strada provinciale quasi deserta (quasi perchè abbiamo incrociato tre-quattro macchine) che più che provinciale sembrava di campagna. Una nebbiolina polverosa. Non un lampione ad illuminare il percorso, ma solo le stelle, piccoli fanali della notte in un cielo sconfinato e le luci di un paesino in lontananza.
Fumone si nasconde ben bene dietro una montagna, arroccata su in cima, una fortezza da scalare con tornanti assurdi. Varcata la porta della città rigorosamente a piedi, ci si perde per straducole in pietra, tra le mura della rocca e delle case, qualche gatto va a nascondersi, noi vaghiamo guardando stupiti una cittadina quasi deserta, romantica. I rintocchi della campana della chiesetta rimbombano tra le mura in modo surreale, addirittura un pò inquietante.
E poi c'è il lampione, il ricordo di quel bel tramonto col cielo in fiamme la prima volta che venimmo in questo paesino incantato.

venerdì 3 settembre 2010

Impressione

Un tramonto bellissimo, caldo, avvolgente. Se non fosse per questa fragranza di pioggia che aleggia nell'aria e che stona con questo tepore meraviglioso sarebbe perfetto. Glicine, pesca, fior d'arancio. E la mente ingombra di pensieri sembra distendersi per un momento. La pace domina l'attimo in cui le idee sembrano confondersi coi colori e con le sensazioni e il mondo sembra racchiudersi tutto in questo riquadro perfetto, o quasi.
Chissà se tra un mese guarderò il sole immergersi elegantemente nel mare triestino oppure sparire dietro i tetti delle case di ringhiera. Qualcuno mi ha insegnato che i colori del tramonto cambiano a seconda dei posti. Mi dispiacerà non poterlo ammirare dal balcone di casa, dovrò ricordarlo così com'è: distrattamente bello, col mare dorato e un pò mosso che funge da giaciglio.

martedì 31 agosto 2010

"Invio"

E' così facile compilare spazi vuoti inserendo nome e cognome, indirizzo, città, provincia, data di nascita. Poi basta solo premere "invio".

Cioè, sembra facile ma se penso a tutti i mesi di riflessione che ci sono voluti per farlo mi vengono i brividi. Mesi di domande, di crisi, ma soprattutto di consapevolezza sempre più viva e più vera.
Questo vuol dire essere adulti?

giovedì 26 agosto 2010

It's really hard, but...

E' un deserto, sabbia e rocce ovunque. Ma per fortuna ci sei tu, la mia oasi.

lunedì 23 agosto 2010

Oh, camicie...

Appena tornata dalle vacanze e già mi sento sommersa da cose da fare e da cose da imparare a fare, tipo stirare. Oggi c'è stata la prima lezione: come stirare una camicia. Si inizia con le cose più difficili, così se si sanno fare quelle allora tutto il resto è in discesa.

La lezione di oggi è stata puramente teorica. E io che mi batto proprio contro tutti questi "teorismi" e voglio anche le applicazioni..
Il fatto è che non ci tengo molto ad imparare a stirare, soprattutto le camicie. Ho pensato che la soluzione migliore al problema è non comprare più camicie, ma solo magliette. E le camicie che ho le lascerò qui a casa. Però in questo modo scomporrò degli equilibri, e dei maglioncini comprati e abbinati con tali camicie che fine faranno?

Dovrò imparare...

sabato 31 luglio 2010

Keep in touch

Manca davvero poco alla partenza, 3 giorni passano in fretta. Sono davvero entusiasta dei luoghi che visiteremo, che renderemo nostri, nostri ricordi. Che bello!

sabato 24 luglio 2010

Il fu Mattia Pascal

Una facciata per coprire il non essere, una sorta di perbenismo "ottocentesco", se così si può dire. Fingere. Fingere con gli altri, per non fare scoprire la "vacanza" interiore, fingere di voler fare del bene per il prossimo, questo sarebbe il tuo scopo fittizio, nella vita. Fingere di avere un Dio, che incontri quando vai in chiesa, scegli di inginocchiarti anzichè abbassare il capo, non dici parolacce ma le pensi, dirle è peccato, poi dovresti sciacquarti la bocca col sapone. Fingere di essere felici della vita che si conduce, fingere di avere una propria opinione, un proprio credo politico. Fingere di credere che ci sia qualcosa dopo, fingere di non fare sprechi, perchè ci sono i bambini che muoiono di stenti nel mondo, fingere, fingere, ma per cosa? Per mentire a se stessi, per fingere di fingere di fare qualcosa di buono in un mondo in cui tutto gira al contrario, in cui le ingiustizie, sociali e non, dilagano. Come vogliamo costruire un mondo migliore se non ci si mostra per quello che siamo? Forse non vogliamo costruire un mondo migliore. Almeno non per tutti, altrimenti saremmo troppi.

domenica 18 luglio 2010

Wedding date

Ho visto le foto del matrimonio di una mia cugina americana. Mi sono commossa. E' radiosa.

venerdì 16 luglio 2010

Dove nascono i sogni

Cos'è la libertà? E' un qualcosa che si conquista pian piano, a cominciare da quando si muovono i primi passi. Non è un luogo, nè una persona. E' puro pensiero o consapevolezza, talvolta anche inconsapevolezza. Non è poter fare ciò che si vuole, questa è una visione distorta e sbagliata, tipica dei peggiori despota. E' rimanere in un cerchio mobile e fluttuante senza violare quello altrui. E' affermare con coraggio le proprie idee, ascoltando poi con pazienza quelle altrui. E' saper vivere in un luogo qualunque, essere cittadino del mondo, non guardare le nazionalità, non osservare i confini, le religioni. E' sentirsi tutti liberamente uguali. Per me questa è la libertà. Appartenere a tutto e niente.

giovedì 15 luglio 2010

Voglia di non fare

In questi giorni proprio nulla da segnalare. Fa un caldo a dir poco insopportabile; sembra che la pelle sia un fastidioso vestito troppo aderente, viene quasi voglia di strapparla via.
Ripeto controvoglia il programma di questo esame; non è male, ma questa umidità mi rende insofferente (già normalmente lo sono abbastanza, adesso poi..) e non ce la faccio proprio a stare seduta per più di mezzora con la penna in mano, il quaderno degli appunti scritto da me, gli appunti del corso, e i fogli su cui ripeto.
L'estate c'è, ma io sono spettatrice. Vorrei parteciparvi. Quante cose non farei!

mercoledì 7 luglio 2010

Risvegli

Delle note si propagano nell'aria, suadenti. E un bambino che scoppia improvvisamente a piangere spezza la magia. Io ero già pronta a farmi trasportare verso paesi lontani, in città di cristallo con strade trasparenti e arcobaleni-ponte, con orchidee in ogni dove. E invece mi ritrovo a fissare un casermone di cemento che ottunde la vista, una palma secca al fianco. Perchè tutte queste mura?

lunedì 5 luglio 2010

Non manca molto

Sogno questi luoghi.

domenica 4 luglio 2010

Muddy paths

Noia, pesantezza, inflessibilità. Oggi sembra che tutto sia grigio, poco chiaro e lento. Ho cercato informazioni che non ho trovato, ho studiato cose controvoglia, ho letto alcuni appunti segnando cose non capite, ho capito un modello economico che mi sono resa conto non andare bene per la mia tesi, dunque compreso inutilmente. Sono un macigno in equilibrio sul ciglio di una rupe, se una minima folata di vento non mi dà una spinta non mi smuoverò mai e poi mai. Non ho voglia di far niente, potrei vedere un film, ma sono davvero troppo annoiata. Potrei leggere un libro, ma l'idea mi appesantisce ancora di più.

Allora scrivo, scrivo per allontanare questi tuoni intermittenti che spezzano una quiete desiderata, ma apparentemente irraggiungibile. Sento le rondini fuori che stridono con il mio stato d'animo, loro che sono così agili, io che ristagno nei miei pensieri cupi; sono imprigionata nelle sabbie mobili della mia mente. Chi mi tende una fune per potermici aggrappare?

Mamma, che luna!

A volte sono proprio esagerata e me ne dispiaccio, ma sono troppo orgogliosa per ammettere di essere in errore. Dopo la mia sceneggiata di ieri sera, poi! Adesso se ci penso mi vien da ridere, anche se in realtà se lo dicessi a qualcuno forse mi direbbe di andarmi a far curare.
Sono una lunatica della peggior specie. E' grave ammetterlo?

lunedì 28 giugno 2010

Oceano mare

Avrei voglia di scoprire cosa c'è dietro quella siepe. Mi alzo sulla punta dei piedi per tentare si sbirciare oltre. Ad un certo punto arrivi tu, da dietro, che mi sollevi. Sorrido.
Ma scopro un orizzonte sconfinato, vasto, che farebbe un pò paura a guardarlo da sola. Però ci sei tu. E capisco che questa consapevolezza può bastarmi.

L'immagine dell'oceano rende benissimo l'idea. Un oceano oltre la siepe.

sabato 26 giugno 2010

Il gatto del limone

Racconti e intrecci. Un gatto che torna quando ti sente, a reclamare del latte, che lappa con insolente frenesia da un bicchiere di plastica adattato apposta per lui. Un graffio, la delusione. Una carezza fugace, ecco cosa basta poi per farti sorridere di nuovo al pensiero del gatto. E ne attendi il ritorno, dopo una settimana di assenza da casa, e stranamente ricompare sotto il tuo albero di limoni, con un unico limone sopra, un pò rachitico, ma giallo intenso. Da dove è sbucato fuori? La prima volta stavamo volteggiando nel cortile, stessa scena: ecco il gatto del limone! Reclama cibo, poi l'affetto glielo vuoi fare tu. Ma lui è un selvaggio. Però è tornato. Vuol dire qualcosa?

lunedì 21 giugno 2010

Destino o fato?

La vita è imprevedibile e noi non siamo niente.

mercoledì 9 giugno 2010

Tramonto

Sono gli ultimi giorni di corsi, l'ho realizzato solo stamattina, mentre facevo gli esercizi di probabilità insieme a Ciro, Luigi, Gianpaolo, Annabella. Gli ultimi giorni. E poi... Il sole sorgerà ancora.

venerdì 4 giugno 2010

El Che!

Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno
di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno,

fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia,
giovanili ciarpami, arrivò la notizia...
[...]
Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza,
perché con lui era morta una nostra speranza:
erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni,
erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni...

"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...

Passarono stagioni, ma continuammo ancora
a mangiare illusioni e verità a ogni ora,
anni di ogni scoperta, anni senza rimpianti:
" Forza Compagni, all'erta, si deve andare avanti! "

E avanti andammo sempre con le nostre bandiere
e intonandole tutte quelle nostre chimere...
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà,
ma qualcosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni
e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni...

"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...

E qualcosa negli anni terminò per davvero
cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero:
i Compagni di un giorno o partiti o venduti,
sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti...

Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
una voce che ancora incominci a cantare:
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà,
ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni
e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse prigioni,

da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà,
da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà !

Codice morse.

In genere quando si disegna un cerchio su un foglio lo si disegna chiuso. Mi sembra di essere tornata al punto di partenza. Però mica mi dispiacerebbe poi tanto. Alla fine, tutto è nato dal primo archetto tracciato.

Comunque, quello che davvero è insopportabile di questa lontananza è che ci sono dei momenti in cui ho davvero un bisogno, direi intrinseco, di vederti. Non nasce da una causa. E' effetto di se stesso. Non si associa a niente, semplicemente a strane congiunzioni di eventi che inducono uno stato di insofferenza sofferta.
Ciò che sembra troppo chiaro è incomprensibile, criptico.

domenica 30 maggio 2010

Prospettive

Mi sorprende quanto le cose possano cambiare in fretta.

Un nodo alla gola, una sensazione di noia, di angustia, pensando ad una serata grigia e monotona, film a casa da sola, probabilmente.
Il pensiero di base è stato:"Odio la domenica sera!"

Un sorriso, una nuova prospettiva per la serata, non più da sola, ma con te, anche se devi studiare in casa ci sarà un altro battito, uno sguardo da incrociare.
Stavolta, il pensiero è stato:"Non ho mai odiato la domenica sera". Con te.

mercoledì 26 maggio 2010

Je ne suis pas parfaite!

  • Sono per la libertà, ma a volte mi comporto come la peggiore dittatrice;
  • Voglio andarmene via da qui, ma sembra che non voglia prendere i rischi;
  • Sono così dolce, ma a volte mi sento davvero rude;
  • Amo mangiare bene, ma spesso capita che mangio schifezze;
  • Vorrei dimagrire, ma continuo a mangiare troppo;
  • Voglio imparare a non criticare troppo, ma è più forte di me, spesso mi ritrovo a fare l'avvocato del diavolo;
  • Sono una persona a cui piace davvero pensar troppo, anche se penso che, in certi casi, sarebbe meglio pensar di meno;
  • Vorrei tendere alla perfezione, ma più ci provo più divento imperfetta.

martedì 25 maggio 2010

Libri e Nespole

Avrà ormai aperto da cinque mesi e io non ci ero ancora mai entrata. La Feltrinelli di Piazza Garibaldi è bellissima: una vetrata da cui filtra tutta la luce semi-estiva, il rosso e il bianco i colori dominanti (il rosso è il mio colore preferito!). Questa è stata la cosa più bella che ho fatto oggi.

Tornata a casa ho pranzato e per frutta ho mangiato le nespole, quelle che un amico di papà raccoglie dal suo albero. Il loro sapore dolcissimo è tutto concentrato in un frutto che è minuscolo (ci vogliono 3 o 4 di queste nespole per farne la polpa di una di quelle che si vendono dal fruttivendolo), oggi è stata la prima volta che le ho mangiate da un anno.

Adesso vado a studiare, mi attende un pomeriggio intenso.

E domani torna Davide, che bello!

sabato 22 maggio 2010

Beautiful Trieste

Ho riletto l'intervento dedicato ad un quadrifoglio,anzi, al quadrifoglio. Mi ha suscitato molta emozione. Davvero. Che vuol dire?


Comunque Trieste è vera.

Summertime and the livin' is easy

Penso a quando stamattina mi sono affacciata al balcone a guardare il mare, col sole estivo che faceva scottare la ringhiera. Ho sentito che l'estate è alle porte, ma non busserà tanto presto alla mia.

Biforcazioni di Hopf (anche biforcazioni mentali), libro di probabilità alla mano, ultima puntata di Gossip Girl (mi chiedo, è possibile che per vedere NY mi sia ridotta a tanto??), esercizi irrisolti dei test, FCE.

Ad un certo punto una folata di vento freddo mi ha fatto tornare in casa. Credo che quella folata in realtà non ci sia stata davvero. L'estate arriverà davvero quando avrò trovato la mia strada.

mercoledì 19 maggio 2010

L'insostenibile leggerezza dell'essere

La sensazione di leggerezza delle braccia dopo aver fatto 15 minuti intensi di pesetti è una delle più belle dopo una giornata in cui i professori hanno parlato di particelle in buche di potenziale infinito, in buche di potenziale finito, di particelle alfa sparate che interagiscono con un nucleo, di esercizi di probabilità (inutili) che non vengono, di esercizi che vengono perchè si guarda il numeretto che deve venire, di una lezione (sempre di probabilità) che rasenta l'inutilità e supera la soglia di noiosità, di chiacchiere al vento nonchè di ideali veri e puri e crudi come non mai.

Quando le mie braccia vorticano così leggere tutto questo mi sembra finto, pesante e rido di me 'che basta fare un pò di pesetti che subito mi sento una piuma, vorrei sentirmi così più spesso.
Ecco, fare pesetti mi fa bene!

martedì 18 maggio 2010

Rischiare o non rischiare, questo è il problema

Quando ho pensato per la prima volta di volermene andare? Penso che ci ho pensato da subito, da quando ho iniziato l'Università quasi tre anni fa. Perchè ci ho pensato? Perchè non è poi una cosa così strana, Davide studia a Milano, certo è dura, ma se ne vale la pena perchè non farlo? E' un'esperienza importante, non facile, ma importante perchè io ho voglia di crescere, ho voglia di misurarmi con la realtà, voglio fare la spesa, badare a me stessa, cucinarmi, lavare i miei vestiti, indossare vestiti non stirati se manca il tempo di stirarli, fare le pulizie, condividere la casa con gente sconosciuta che eventualmente sia da conoscere, conoscere un'altra città, conoscere altre persone, iniziare una nuova vita. Vorrei frequentare un'Università di cui essere davvero soddisfatta, che mi permetta di entrare in contatto con gente di ogni nazionalità, di aprire la mia mente ad altre culture, di assorbire il più possibile da persone che hanno tanto da dare, di dare a mia volta ciò che ho da offrire, di sentirmi anche sola, a volte fa bene scuotersi un pò. Io voglio andare via da qui, ne sento il bisogno, ecco. Credo sia un bisogno concreto, non dettato da un capriccio ma semplicemente dal desiderio di esplorare me stessa e il resto. E' così necessario? Necessario è una parola grossa, per me l'unica cosa necessaria è sorridere. Cosa mi spaventa? Mi spaventa il trancio netto di questo cordone ombelicale che vuol dire andare via. Mi spaventa il mio possibile fallimento. Che significa? Ho paura di commettere errori di valutazione, di non essere capace di stare sola, di non essere in grado di costruire una nuova vita, di non saper dare gli esami in un'altra Università. Il non sapere mi spaventa. Il non sapere se sono pronta o meno. So perchè voglio farlo, non so se ci riuscirò perchè non so se riuscirò.

Il mio approccio alle cose è da cambiare. Forse per cambiarlo devo prendere il rischio. Forse un grande successo sarebbe proprio imparare a prendere il rischio. Che ne dite?

martedì 11 maggio 2010

La lealtà prima di tutto.

Non sarò la verità (lo è solo Dio), ma io quando contruisco o quando coltivo un'amicizia cerco sempre di essere sincera e di non omettere nulla, se non per il bene dell'altra persona. Oppure può succedere che lo faccia inconsapevolmente.

Però quando una cosa viene palesemente nascosta o parzialmente ma consapevolmente nascosta (e non per il mio bene) allora ci rimango male.
Per essere miei amici bisogna essere veri e leali. Condizione necessaria, direi.

Impugnate i gelati (o le armi)!

Domenica sera l'ho spesa interamente all'aereoporto Linate. Dovevo (ovviamente) tornare a Napoli. Senonchè tardavano a farci imbarcare, non si capiva bene il motivo, ci hanno fatto salire ben due volte sul pullman per poi farci scendere e alla fine, dopo due ore di attesa vana il volo è stato camcellato. Ad un primo controllo tecnico era infatti risultato un problema ad una ruota anteriore del velivolo; al secondo e ultimo controllo addirittura una perdita di carburante dall'ala sinistra dell'aereo. Cioè, in definitiva, potevamo morire tutti. Mi chiedo come sia possibile che su un solo aereo siano registrati 2 problemi tecnici, su che tipo di scassoni ci fanno volare? Penso che una perdita di carburante sia davvero una cosa eccessiva, pericolosa. Se non se ne fossero accorti, come è successo d'altronde al primo controllo? Forse sarebbe meglio non pensarci.
Prima che ci comunicassero la definitiva cancellazione del volo (ricordate che era un volo pieno di napoletani...) uno dei passeggeri (devo dire piuttosto intraprendente) si è procurato i diritti del passeggero. C'era scritto: "la compagnia deve fornire assistenza in termini di cibo e acqua". Senonchè erano quasi le 23, quindi i bar dell'aereoporto erano strachiusi. Ma i napoletani non si perdono d'animo: riescono ad aprire un frigorifero pieno di bottigline d'acqua (incatenato). Come cavolo era incatenato, mi chiedo? Non solo. Mi guardo intorno e all'improvviso tutti avevano uno o più gelati in mano. Gelati?? Si, avevano aperto anche un frigo pieno di gelati. Insomma, i diritti se li sono presi (anche io, tranne il gelato che non mi andava). Questa cosa dei gelati, non so, mi ha colpito. Forse perchè ha qualcosa di un pò infantile, non saprei. La chiamerei: "la rivolta coi gelati". Suona bene.

Ps:La compagnia incriminata è Meridiana. Io ci ho sempre volato tranquillamente, senza problemi, ma dopo questa volta, sinceramente...

mercoledì 5 maggio 2010

Non ti angosciare!

Tra un paio d'ore parto. Mi sento una strana ansia addosso. Avrò troppo tempo per pensare prima di arrivare a Milano. Tempo per pensare a cose a cui non so ancora dare delle risposte, tempo per pensare a questo benedetto esame di inglese che devo fare tra un pò meno di un mese e mezzo, tempo per pensare allo studio, tempo per pensare a tutto ciò che c'è di pensabile. Ultimamente mi sono riempita di impegni e cose da fare apposta per evitare di rimanere troppo tempo da sola con me stessa.
Adesso si che siamo alla fine dei conti.

Prenderò un bel libro di Calvino che sarà il mio compagno di viaggio, sperando che tutte le riflessioni che mi susciterà saranno illuminanti. In alternativa, se proprio non andasse tutto secondo i piani, mi autopunirò col libro di inglese. Use of English, Part 4. Insomma, la mia preferita...

domenica 2 maggio 2010

Dreams

Da bambina sognavo di fare la scrittrice. Adesso sogno di cambiare il mondo. Tra 10 anni cosa sognerò?

sabato 1 maggio 2010

Emergenza Rondone!

Mia madre ha trovato un rondone sul balcone. Mi ha chiamato, non sapendo che fare. Come se io lo avessi saputo. Ho raccolto il rondone che, poverino, sembrava proprio malconcio, con gli occhietti chiusi, il respiro affannoso e nemmeno la forza di beccarmi o di artigliarmi come fanno di solito.
L'ho spostato all'ombra di una sedia e ho preso un bicchierino di plastica, quelli da caffè, che ho riempito d'acqua (non di caffè...). Però come fa un rondone che, anche se più grande di una rondine, entra nel palmo di una mano a bere da un bicchierino?? E se poi è pure stordito? Ho trovato la risposta su Yahoo Answers: siringa senza ago. Geniale, funziona davvero. Goccia dopo goccia il rondone ha iniziato a bere e ad aprire un pò gli occhi. Dopo un'oretta si è ripreso del tutto, dacchè lo avevamo dato per spacciato.
Ha aperto le ali guardandomi con sguardo pieno di sè, l'ho raccolto nel palmo della mano e si è lanciato nel vuoto. Adesso volteggia nell'aria, lanciando le sue grida stridule di libertà.

Che animali affascinanti. Fanno tutto in aria, non hanno paura del vuoto, non si arrendono mai. Io adesso posso solo guardarlo volteggiare nell'aria. Io, ferma, ma che volo con la fantasia.

Teorema fondamentale della Teoria del Caos

Le biforcazioni ce le ho nella testa.

venerdì 30 aprile 2010

Guardando il mare

Ogni mattina prendo lo Scafati che mi porta dritto a Monte S. Angelo. E ogni mattina guardando fuori dal finestrino in un certo tratto di tangenziale vedo il mare, vedo Napoli. Stamattina era particolarmente bella ed io ero così rilassata che ad un certo punto ho immaginato di stare in mezzo al mare. Quiete, pace.

Cosa vedrò tra 6 mesi, guardando fuori il finestrino dell'autobus che mi porterà all'Università? Ma prenderò un autobus? O camminerò a piedi perchè vi abiterò vicino?
E se invece alla fine continuerò a guardare fuori dal finestrino di uno Scafati?

In questi 3 anni sono cambiata tanto, in meglio. Ho imparato a guardare oltre, ho imparato a mettermi in gioco, ho imparato a espormi, a esprimere con decisione le mie idee. E poi ho scoperto che le persone meravigliose esistono davvero.
C'è ancora tanto che devo imparare, lo so. Però non posso dire di non essere contenta.

Non li cambierei, questi 3 anni. Li lascerei così come sono. Belli, pieni di sole, talvolta di grigiori, di amore, di tristezza, di conoscenza, anche di non conoscenza.

Soprattutto il mare, lì, fuori dal finestrino.

martedì 27 aprile 2010

Hating salad

A me l'insalata non piace per niente. Davvero. Però so che fa bene e quindi la mangio.

Forse quello che vogliamo cambiare non piacerà per niente ad alcune persone. Ma nel momento in cui ciò che si vuol cambiare corrisponde a ciò che, in realtà, ci sarebbe dovuto di diritto, allora non ci sarebbe da lamentarsi. E' vero che fino ad ora le cose sono andate in un certo modo, ma se devono continuare ad andare in questo certo modo allora vuol dire che non ci frega niente di quello che vogliamo diventare e che quel pezzo di carta che ci stiamo prendendo è davvero solo un pezzo di carta.

Io non lo voglio un pezzo di carta, per me si può buttare. Io voglio una laurea.

domenica 25 aprile 2010

Triestemente?

Scrivere, in fondo, significa rendere "reali" i propri pensieri, i propri crucci. A volte anche i problemi diventano reali, scrivendone. Allora conviene? Se si sente il bisogno, si. Ciò che scrivo non è per nulla oggettivo, è ciò che sento nel mentre che scrivo. Magari il giorno dopo sento la cosa opposta. Non si tratta di incoerenza, ma di sensazioni, di emozioni provate in un certo attimo, in cui le dita scivolano leste sulla tastiera. A volte scrivo un intervento, lo rileggo daccapo e lo cancello da cima a fondo. Il tempo di uscire dalla mia mente e mi sembra già banale. Capita.
Questo non vuol dire cambiare idea radicalmente: vuol dire che magari non era scritto bene. Perchè non è sempre facile esprimere quello che si ha dentro, soprattutto poi, una volta finito, pensando che gli altri forse lo leggeranno. Troppo spesso abbiamo paura del giudizio degli altri.

Trieste. Ci penso spesso, ormai. Lo scrivo, ecco che è diventato reale. Non è un problema. Non è un cruccio. E' una città? E pensare che tutto era partito da Milano. Incredibile. E pensare che tutto era partito da una persona. Amazing!
Sono contenta? Non lo so. Forse sarebbe stato meglio non scrivere, non rendere vere certe cose, a volte lo penso. Ma non lo credo davvero. C'è una gran differenza tra pensare e credere. Almeno per me.

Ho riletto ciò che ho scritto, che gran confusione! Non c'è nulla di concreto. Tranne la matematica.

Non ho trovato risposte, chissà se mai ne troverò. Dovrei forse arrendermi?

sabato 24 aprile 2010

Perlina

Quando dico che nella vita bisogna rischiare non vuol dire che bisogna buttarsi a capo fitto nelle cose senza fare prima valutazioni ponderate. Per come sono fatta io, poi, direi proprio una sciocchezza. Infatti, chi mi conosce sa che sono una persona che si crea in media 1000000 di problemi prima di prendere una decisione, e le decisioni mi fanno anche paura. Ma non per questo io decido a priori che non posso e non devo fare qualcosa.
Se mi viene voglia di fare qualcosa, nella maggior parte dei casi la faccio, dopo aver pensato (troppo probabilmente), valutato tutto (o quasi) fino a che non esplodo in un ennesimo esaurimento, fino a che il mio cervello si rifiuta di pensare ancora sullo stesso argomento, fino a che le persono con cui ne parlo mi dicono:"Simona, allora fai così, datti un termine per pensare, una scadenza".
Quando mi viene detto questo, infatti, capisco che è quasi davvero troppo.
Il giorno in cui, però, dirò: "vorrei ma non posso, non devo", datemi uno schiaffo.
Io sono un'idealista (purtroppo), sono anche una realista (purtroppo). Il problema è che essere tutte e due insieme è davvero un mix letale, perchè a volte si crea un equilibrio così perfetto che non riesco a smuovere le decisioni. E per uscire dallo stallo devo fare un grosso sforzo.

Non si pensi che io non ho paura di niente. Anzi, ho paura quasi di tutto. Se pensassi di scrivere un elenco di ciò che mi fa paura credo che non ne uscirei più.

La conclusione è questa: bisogna sempre tentare nella vita, perchè è sempre meglio sbagliare e rimediare ai propri errori piuttosto che vivere con rimpianti di cose mai fatte. Io ne ho fatti tanti di errori e chissà quanti altri ne commetterò, anche magari su scelte importanti. Ma sono consapevole che le scelte che farò non saranno mai scelte prese alla leggera, superficialmente. Nessuno saprà mai tutto quello che ci sta dietro, tranne una sola persona, a cui sempre tutto confiderò.
Forse quello di cui ognuno di noi ha bisogno è una persona, un'unica persona a cui consegnare le chiavi del proprio cuore.

Lina, ti auguro di trovare la tua persona.

giovedì 22 aprile 2010

Gratis

Adesso ho la Lonely Planet (in inglese) di ben 4 città europee sul mio Ipod Touch. Stoccolma e Copenaghen (o Copenhagen, come preferite), mete estive; Roma, città da me spesso "visitata"; Londra, in cui spero di tornare a breve.

Sono così soddisfatta che sentivo il bisogno di scriverlo. La tecnologia è sorprendente. E per di più sono talmente entusiasta del mio Ipod che penso che il mio regalo di laurea sarà un bel Mac!

Viva la Mela (anche quella grande, si dovesse mica offendere...) !

domenica 18 aprile 2010

See you soon

La pioggia cade fredda, a goccioloni. Sembrano grosse lacrime. Il cielo piange, è tristemente grigio, disperato quasi.
Intanto le porte si chiudono con un singulto improvviso e le mani fendono l'aria nell'ultimo saluto, accompagnando con un sorriso tenue la partenza.

A cui seguirà un ritorno.

Ma prima ancora un'altra partenza. Partenza in cui, però, non ci saranno goccioloni, grigiori o tristezze, ma soltanto raggi di sole e sorrisi veri.

Intanto, si lavora per il meglio.

giovedì 15 aprile 2010

Sono come S. Tommaso

Ma che sto diventando? Una (sotto)specie di "attivista-idealista"?

domenica 11 aprile 2010

Ogni ombra svanisce

E' così bello quando con un solo sguardo è possibile trasmettere all'altro uno stato d'animo, un pensiero. Si raggiunge una sintonia (sinfonia) perfetta in questi momenti.

giovedì 8 aprile 2010

Verso altri orizzonti

Ho trovato un quadrifoglio in mezzo ad un prato di trifogli. Ho cercato ardentemente ma mai con foga. E finalmente l'ho trovato. Ma al momento di coglierlo ho esitato: e se fosse l'unico quadrifoglio esistente in questo prato? Poi mi sono decisa e l'ho colto. D'altronde un quadrifoglio è uno "scherzo" della natura, se la natura volesse ne genererebbe un altro e un altro ancora.. Allora perchè ci sono così pochi quadrifogli? Perchè così si può apprezzare meglio la loro rarità. Tant'è che ci si sente davvero fortunati a trovarne uno. Io ho deciso e l'ho colto. E forse non ne troverò mai più degli altri, o forse si..
Però conserverò per sempre il mio quadrifoglio, tra le pagine della mia mente, perchè chissà se sarò ancora così fortunata a trovarne uno.
La vera fortuna è avere il coraggio di voltare pagina, finalmente ci sono riuscita, sono uscita dal pantano in cui questo bel quadrifoglio, inconsapevolmente, mi aveva gettato e anche se un pò infangata ho ripreso il mio percorso, contorto, e la ricerca di altri quadrifogli continua, insaziabilmente.
Fino al prossimo campo di trifogli.

martedì 6 aprile 2010

Stoccolma e Copenhagen

Mi chiedo: perchè tanto "amore" per il Grande Nord? Ve lo racconterò tra qualche mese...

martedì 30 marzo 2010

L'idealismo è morto?

La perfezione è irraggiungibile e su questo siamo daccordo. Però si può desiderare di aspirare al meglio: meglio che non coincide assolutamente con la perfezione, ma che può diventare lo stimolo che muove il mondo. Ovviamente questo comporterebbe un maggiore dispendio di energie, ma se è a fin di bene (a fin del meglio) questo ed altro! Allora ci si può rimboccare le maniche e via che si comincia. Cosa? La costruzione del futuro, ecco cosa! Non che fino ad ora non lo stessi costruendo, anzi. Ma forse adesso inizia una costruzione più consapevole, più determinata e più mirata. Mirata non so ancora precisamente a cosa, dato che non so rispodere alla domanda fatidica (cioè, cosa vuoi fare da grande?). Direi, mirata a crescere (io, come persona) e a far crescere le mie conoscenze e la mia cultura. Lo so che non sono concreta, nel senso di materialista, nel senso di concreta, nel senso di materialista, nel senso di... Però sono decisa. E, per adesso, questo mi basta a sorridere.

lunedì 22 marzo 2010

Infinito alla zero

La scelta giusta in realtà non la conosce nessuno. Meglio dunque assumersi le proprie responsabilità, guardare dritto davanti a sé, scegliere senza troppa titubanza, ma con attenzione, che poi ne va della vita futura. Io dico che la scelta giusta è un'enorme bufala. Se non la conosce nessuno... Oppure tutte le scelte sono giuste, che tanto è lo stesso, no?

lunedì 15 marzo 2010

Non tutto il male viene per nuocere

Quando tutto sembra andare male, in realtà, è un segnale positivo.
Non so come dirlo, ma oggi c'è stata una svolta. Grazie.

giovedì 11 marzo 2010

Scelte

Corro, il vento graffia il viso, ho il fiatone, non mi voglio voltare a guardare indietro, cerco di andare sempre più avanti, verso quella luce bianca, che sembra scappare via da me. E io corro, nel vento, salto gli ostacoli, inciampo, ma non mi devo voltare a guardare indietro, altrimenti tornerei al punto di partenza e poi di nuovo a correre, da zero. Ho perso di vista la luce, si è nascosta da qualche parte, c'è un bivio, quale strada avrà preso? Io vado a sinistra, mi piace di più, e poi chissà che non incontri un'altra luce, magari più bianca, più bella, più semplice da inseguire. Perchè questo inseguimento lo so, non finirà mai. Eppure mi dibatto, combatto, mi batto. Per cosa? Per una vita migliore, per la conoscenza, per ciò che ho sempre desiderato. I desideri muovono il mondo. I desideri mi fanno rincorrere quella luce. Se mi fermo a pensare mi perdo. Corro e rido, sorrido. La luce non la raggiungerò, ma se non la rincorro non lo scoprirò mai.

giovedì 4 marzo 2010

Sistemi dinamici (the end)

Questo esame è stato uno dei più belli e soddisfacenti della mia carriera. Ho capito che non è condizione necessaria prendere 30 o 30 e lode per sentirsi appagati. Un 29, seppur una presa in giro (ad un epsilon dal 30), seppur un'esclamazione "Ma l'accetta?", seppur un "Deve essere più sciolta!", sentito e vissuto appieno. Ecco, mi sento piena. Questa è la sensazione predominante della "sbornia" post esame. Non stordita, non stanca, ma viva intellettualmente (mai sentita così piena!). Mi piace questa sensazione, ma so che presto mi abbandonerà e prenderà posto l'ansia di andare avanti, la velocità, la snellezza del tempo che scorre inconsapevolmente e ora mancano solo 4 "riassunti" (la parola "esame" mi sta nauseando, preferisco adoperarne un'altra). Solo 4. Mi viene quasi da piangere, sono così felice. Troppe emozioni per oggi. Quell'ora di alta tensione mi ha "scemunito ulteriormente" (come ha detto Gigi). Però mi ha fatto (e mi fa ancora) sentire piena. Bello!

martedì 2 marzo 2010

Guerra (per Milano)

Milano è una bella città.
Odio l'esponenziale di una matrice.
Vorrei aver visto Avatar in 3D.
Ho proprio voglia di stare con Davide.
Ho così sonno che penso a sprazzi.
Scommetto che domani mattina aprirò gli occhi alle 4 come oggi.
Il camaleonte sembra guardarmi dal cuscino.
Devo rinnovare un pò le foto attaccate al muro.
E se l'esame di dopodomani non andasse bene?
Quando mi trasferirò a Milano mi mancheranno tutti.
Quando mi trasferirò a Milano mi mancheranno tutti tranne Davide.
Si, comunque penso di non ricordarmi un sacco di cose.
Esempi e controesempi.
Speriamo che domani sia una giornata proficua.
Speriamo che domani serva a ricordare il più possibile.
Al diavolo, se all'esame il mio cervello funziona così allora non ci sono speranze.
Sarà una guerra.

giovedì 25 febbraio 2010

Libertà (per oggi)

Dopo aver fatto questo esame di Fondamenti mi sento più leggera, più vuota nel senso di libera, più libera nel senso di rilassata... Il grosso è ormai passato, la strada non è più tanto in salita (almeno per i prossimi tempi, s'intende!). Questo mi rassicura.
Poi da un altro punto di vista penso al mio futuro che, ben s'intenda, può sempre attendere, però mi sembra abbastanza imminente la venuta di (grossi) cambiamenti nella mia vita. Questo mi entusiasma e mi spaventa contemporaneamente.
Forse il mio problema è che io non ho sotto controllo le mie capacità, nel senso che non sono capace di discernere se sono sufficientemente brava o no per cavarmela da sola. Non sono una persona spavalda, nè che ha consapevolezza delle proprie potenzialità.
Ho solo consapevolezza dei miei limiti e, a volte, sono effettivamente troppo rigida con me stessa.
Vorrei essere più fiduciosa. Che poi di dosi di fiducia ne ricevo a bizzeffe dal mio "spacciatore" personale, però vorrei credere anche io in me stessa. In che esame si studia come si fa?

domenica 21 febbraio 2010

Senza noia

Sensazione di vuoto. Noia. Mancano gli stimoli, manca un obiettivo, manca lo sprint. La forza c'è ma si disperde in ogni direzione, non cerca una via privilegiata. Sono annoiata se non l'avete capito. Avrei bisogno di un viaggio, di perdermi in luoghi sconosciuti e non familiari, di sentirmi parte del mondo e non di casa mia. Non sono fatta per star ferma. La mia mente viaggia e si stanca inutilmente, perchè il mio corpo non può seguirla. E penso a quando tra meno di due settimane sarò a Milano; penso a quando quest'estate sarò in una capitale europea. Perchè io sono fatta per viaggiare e prima o poi il mio corpo seguirà la mia mente. E tu seguirai me e la mia mente. In un vortice di conoscenza, amore, viaggio, riposo, stanchezza, bellezza.E, soprattutto, senza più noia.

domenica 14 febbraio 2010

Non Tertium Non Datur

Nella logica classica "Tertium non datur". Nella vita non funziona così. Ci sono infinite scelte da fare (sarà un insieme numerabile?) in cui le possibilità sono infinite (anche l'insieme delle possibilità è numerabile?). Allora potremmo credere che quella che "governa" la vita è una logica polivalente! Ebbene si, la logica polivalente del caso. Il caso degli incontri, delle influenze esterne, il contesto sociale e il paese in cui si vive, delle persone che si frequentano, dei luoghi che si conoscono, degli interessi che si coltivano. E' impossibile ridurre in schemi (di assiomi?) la vita, così colorata e variegata. Sarebbe finto. Non è così "facile", come ad esempio costruire una teoria assiomatica (del primo ordine) da zero. Non esiste una teoria della vita.
Non c'è una persona che può vantarsi di aver fatto in assoluto la scelta migliore (migliore di cosa, dato che sono infinite le possibilità?); quella persona avrà fatto la scelta migliore, magari, relativamente al suo contesto (insieme? classe?). Che poi, secondo me, resta sempre la curiosità di sapere come sarebbe andata a finire se anzichè scegliere A si sceglieva B o C o D... Cioè, resteranno infinite curiosità ( anche esso un insieme numerabile, perchè equipotente all'insieme delle possibilità).

In realtà, forse, proprio perchè siamo condizionati da tante cose, in fondo le scelte non sono vere scelte. O possono considerarsi comunque tali? Ecco che già rischio di cadere in contraddizione!

Meglio liberare la mente da pensieri, sono davvero stanca.

lunedì 8 febbraio 2010

Il futuro può attendere, ma...

Il mio futuro non è qui, nel paese delle contraddizioni, nel paese delle delusioni, nel paese in cui il presente sa ancora di passato e in cui il futuro non fa ben sperare. I sogni resterebbero chiusi per sempre in un cassetto, dimenticati.
Il mio futuro è nel mondo, via da questo paese ormai spento, che non riesce a cambiare, che non riesce a tirarsi su, che non guarda realmente avanti e che troppo spesso si perde, guardando a quel che è stato.

Il mio futuro sarà.
Il mio futuro lo deciderò io e combatterò con tutte le mie forze per difenderlo.

Amo l'Italia, ma amo l'Italia che non sarà mai. Quello che è, è soltanto dolore e amarezza.
Povera Italia.

venerdì 5 febbraio 2010

Sistemi dinamici

In fondo è giusto: sollevare dubbi, porre domande, senza fornire le risposte. Altrimenti sarebbe troppo facile. Altrimenti sarebbe inutile. La mente si assopirebbe cullata da una nenia di spiegazioni, si acquieterebbe e si abituerebbe ad affermazioni che in realtà non sono il frutto di conclusioni ragionate e capite. Il bravo professore deve lasciare punti interrogativi, deve lasciare questioni in sospeso. Così la mente non può fermarsi, deve faticare, deve lavorare e trovare risposte ai perchè mai risolti. La curiosità prende il sopravvento, il ritmo diventa veloce e snello, tutto sembra più interessante, tutto diventa più parte delle proprie conoscenze e si misurano le proprie capacità. Insomma, magari si risvegliano (assieme alla propria mente) anche manie omicide nei confronti del professore in questione, perchè si perde tempo e, si sa, in periodo di esami non è proprio piacevole.. Però è divertente, in un certo senso. Ma in un certo senso.

giovedì 28 gennaio 2010

Un nuovo giorno

Tre rintocchi. Il ticchettio dell'orologio da tavolo sembra duro come il battere di due pezzi di metallo l'uno contro l'altro. Freddo. Il respiro del sonno, regolare e perfetto. Il fruscio del lenzuolo contro la coperta un pò accartocciata. Ormai la stanchezza sembra essersi riassirbita da sé. Sguardo vigile, che distingue i contorni degli oggetti, che immagina la disposizione delle cose nella stanza buia, che ormai tanto buia non è. Il sonno se n'è andato, e con esso anche il suo fiato leggero e calmo. Tre rintocchi, più uno. E' tardi o è presto, dipende dai punti di vista. L'orologio intanto non si stanca mai di contare: e il mio cervello vuole imitarlo. Corre a mille. Il sonno è passato, è già un nuovo giorno.

giovedì 21 gennaio 2010

Ode ai Problemi di Cauchy

Oh, sublimi e inconsueti problemi,
siate clementi con noi, poveri mortali.
Voi rimarrete intatti nei secoli,
noi passeremo mentre voi vi evolverete,
sempre più chiusi nella vostra superbia,
sempre più sfidanti ed eccelsi.

Se il vostro campo vettoriale è sublineare,
noi siamo contenti, perchè vuol dire che siete estendibili globalmente.
Altrimenti, se avete asintoti verticali
ci accontentiamo di minorarvi o maggiorarvi.

Oh, clementi problemi di Cauchy,
siate comprensibili.

domenica 17 gennaio 2010

Week-end "fiuggiasco"

La splendida luce dorata che filtra attraverso i vetri;
il legno tiepido;
la cicoria;
la tranquillità;
i problemi di Cauchy;
il paesaggio invernale;
il profumo dei caminetti;
il gelo;
il ragù di cinghiale;
la mostra a Galleria Borghese su Caravaggio-Bacon;
la trattoria da Giggetto;
il solletico.

Io e Te.

martedì 12 gennaio 2010

21

Da domani sarò maggiorenne negli Stati Uniti d'America. Che strano effetto mi fa questo pensiero. In effetti, che strano che questo pensiero mi faccia questo strano effetto.

sabato 9 gennaio 2010

Perchè non ascoltavo musica dall'mp3

Ora ricordo perché non amavo ascoltare la musica dall'mp3. Dopo più di 2 anni passati nello Scafati-Napoli a dormicchiare (al più a spettegolare), ieri mi sono ritrovata ad ascoltare la musica più svariata col mio nuovo ipod, sia all'andata sia al ritorno. Contro indicazione: mi viene voglia di cantare (almeno canticchiare) ciò che ascolto. Non potendo farlo, ho iniziato a battere il tempo prima col tallone del piede, poi con tutto il piede, poi con le dita. Insomma, ci mancava poco che iniziassi a ballare. La prossima volta cercherò di sedermi in un posto isolato dal resto del mondo, così non me ne vergognerò. Mi risulta impossibile stare ferma se non posso esprimere la mia approvazione cantando (almeno canticchiando).

giovedì 7 gennaio 2010

Pensieri

Sbattono,
come le ali di farfalle impazzite contro i vetri,
incessantemente, quasi con violenza.

Sono legata,
ho mani e piedi immobilizzati.

Liberate le mie mani,
perchè possa costruire una strada,
la mia strada.
Liberate i miei piedi,
perchè possa percorrerla,
con andatura lenta,
poi svelta,
poi ancora lenta,
a mio piacimento:
e, soprattutto, sempre dignitosamente e a testa alta.

Coi pensieri finalmente liberi:
liberi di volare dove gli pare.

mercoledì 6 gennaio 2010

Un bacio al buio.

Mi svegliai di soprassalto, col batticuore e col tuo volto negli occhi. Sembrava un bacio vero, quello. E invece tu non eri lì con me. Una lacrima scivolò sul mio viso, contratto dal dolore. Sembrava un bacio vero e invece era la beffa di un sogno. Ma se nei sogni si può immaginare di ricevere un tuo bacio, allora al diavolo, voglio sognare. Mi girai dall'altro lato e mi addormentai con la lacrima che che sfiorava le mie labbra, impregante ancora dalla sensazione delle tue labbra premute contro le mie e con l'immagine di te nei miei occhi. Nel buio, il sapore di un bacio sognato, desiderato.

martedì 5 gennaio 2010

Cioccolato al latte

Più ti ascolto, più continuo a pensare: "E' come se fosse tutto tornato alla normalità, così, in un batter di ciglia". Per me è come se tu non fossi mai stato via per 4 mesi. Ma in fondo, cos'è la normalità? E' poter stare così, insieme, a parlare del più e del meno, a sfiorarci delicatamente con un bacio, sorriderci con gli occhi. Questa credo che sia la normalità: mai banale, mai uguale a se stessa, mai abituale, ma piacevolmente spontanea. Certo, lo so che questa non è affatto la definizione di normalità, anzi. Però è per dire che la normalità non esiste davvero. Oppure che esiste negli atteggiamenti dotati di (una normale) naturalezza.